EMPATIA…SEMPLICEMENTE ESSERCI!


Deriva dal greco "empatéia" che letteralmente significa "sentire, soffrire dentro".
Empatia è la qualità propria di chi è capace di connettersi con lo stato emotivo dell'altro senza confondersi, mantenendo la propria individualità. La grande Edith Stein ha scritto egregiamente sull'empatia come esperienza nella quale attraverso l'altro riconosco qualcosa di me ma anche qualcosa dell'altro nella sua unicità; nell'atto empatico facciamo esperienza di una ricchezza donata. In origine il verbo tedesco "fuhlen", (che poi è stato usato anche nel senso di avvertire gli stati d'animo), indicava l' "andare a tastoni".
E' proprio questo che potremmo provare a tenere a mente quando ci troviamo di fronte ad una persona che ha bisogno della nostra empatia. Ciò che facciamo più spesso e con maggiore facilità è molto distante dall'andare a tastoni!
Quando qualcuno condivide uno stato d'animo doloroso o anche un sentimento positivo, tendiamo frequentemente a giudicare ("Tu sbagli a sentirti così male per lui/lei...") o dare consigli ("Sai cosa devi fare?") o peggio ancora a minimizzare, alleggerire, "abbellire" come dice Brené Brown, perché così facendo riteniamo che la persona che ci parla soffra meno...e forse anche noi. Come sarebbe invece se alle sentenze, alle ricette, ai giudizi sostituissimo un atteggiamento più rispettoso, umile, rilassato col quale "tentiamo" di cogliere l'esperienza altrui?
Sono due le cose che possiamo provare a fare per essere più empatici. La prima è guardare le cose dal punto di vista dell'altro, essere sinceramente interessati a chi ci sta di fronte, uscire da noi stessi per scoprire ciò che è importante per lui. Quando riusciamo a fare questo, quasi sempre le cose cambiano. In secondo luogo per essere empatici dobbiamo sviluppare una chiara consapevolezza di noi stessi, del nostro vissuto, di ciò che proviamo e più familiarizziamo con il nostro mondo interno più saremo capaci e disponibili a comprendere le reazioni e le emozioni di chi ci sta di fronte (anche se non le condividiamo). Per entrare in contatto con l'altro e col il suo dolore devo essere disposto ad entrare in contatto con quella parte di me che conosce lo stesso dolore.
La Stein scrive: "Quanto più un essere umano ha trovato il proprio Sé tanto più può diventare maestro di comprensione".Non si tratta di arrivare a nessuna conclusione, semplicemente di esserci.